La Tecnica – Orologi da polso: le tipologie

Iniziamo questa nuova rubrica con le prime due macro classificazioni dei segnatempo: cronometro o cronografo e tipo di meccanismo meccanico o elettronico
La prima differenziazione è spesso confusa cerchiamo dunque di fare chiarezza. Il cronografo è uno strumento che misura il tempo e può avere dei totalizzatori dei minuti e delle ore ma non è necessariamente un orologio. Schermata 2015-03-24 alle 19.48.18
Un cronometro, invece, è un orologio che ha ottenuto una certificazione ufficiale rilasciata dal COSC (Istituto svizzero ufficiale per il controllo dei cronometri) dopo aver superato specifici test. Un cronometro può essere anche cronografo.
Schermata 2015-03-24 alle 19.20.03I cronografi più sofisticati sono i Rattrapanti o sdoppianti . L’utilizzo più semplice che mi viene in mente per spiegarvene l’uso è l’intertempo. Prendiamo una gara di atletica leggera che si svolge su più giri di pista: parte la gara e noi facciamo partire il nostro cronografo. alla fine del primo giro premiamo uno dei pulsanti e miracolosamente la lancetta dei secondi si sdoppia, una resta ferma nel punto di stop mentre l’altra prosegue nella sua corsa col nostro atleta. Questa funzione ci permette di sapere in quanto tempo è stato percorso il primo giro senza perdere la misurazione della gara. Premendo nuovamente il pulsante le due lancette si ricongiungono e continueranno la loro corsa insieme. E’ una delle complicazioni che analizzeremo in seguito.
Passiamo ora alla seconda classificazione; per farlo torniamo nel passato e pensiamo all’orologio a pendolo, dispositivo che misurava il trascorrere del tempo basandosi sulla regolarità dell’oscillazione di un peso; ora, come si poteva riprodurre quel movimento in un oggetto piccolo e soprattutto mobile? Meccanicamente, tramite un bilanciere ed una serie di ingranaggi il cui funzionamento andremo ad affrontare in un altro capitolo.
Ecco dunque gli orologi meccanici che sono suddivisi in manuali ed automatici.

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In un orologio meccanico l’oscillazione fornita dal bilanciere non è eterna ma alimentata da una molla che deve essere ricaricata periodicamente manualmente da qui l’appellativo di manuale. Nel 1924 l’inglese John Harwood, riuscì a sfruttare l’energia cinetica prodotta dal movimento oscillatorio del polso per creare il primo orologio meccanico a carica automatica perpetua della storia. Era nato l’automatico.
Schermata 2015-03-24 alle 18.48.31 Schermata 2015-03-24 alle 18.50.39 Schermata 2015-03-24 alle 18.45.37


 

 

 

Secondo grande gruppo: gli orologi elettronici
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A cavallo tra gli anni 50/60 vennero prodotti i primi prototipi di un nuovo tipo di orologio dove l’oscillazione non era più generata meccanicamente ma tramite un circuito elettronico alimentato da una batteria. la paternità è molto combattuta tra Bulova, Hamilton e Seiko e non siamo certo noi a voler risolvere la questione. Fatto sta che il più venduto risulterà essere il Seiko Quartz 35SQ Astron. Schermata 2015-03-24 alle 19.42.51 Col passare degli anni si è arrivati, in alcuni modelli anche a sostituire la batteria con un sistema di ricarica ad energia solare. In questo gruppo possiamo anche inserire gli orologi radiocontrollati ovvero quegli apparati che abbinano al loro funzionamento elettronico una sicronizzazione via radio con un segnale di riferimento, avete presente il segnale orario che la Rai trasmette per radio? quei sei bip sono uno dei segnali di riferimento.

Si conclude così la nostra prima puntata dedicata alla tecnica. A presto per i prossimi approfondimenti.

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