Il 22 febbraio del 1959 si inaugurò quello che sarebbe diventato l’incontrastato tempio della velocità: il Daytona International Speedway.
Siamo praticamente negli anni’60, quelli della guerra fredda iniziata con la crisi di Cuba, della guerra del Vietnam e dei Beatles, della tragedia del Vajont e dell’uomo sulla luna. Un periodo di grandi mutamenti, della rivolta studentesca e di Woodstock, di Papa Giovanni XXIII e di Kennedy. il decennio del boom economico fatto di tante innovazioni.
Abbiamo incontrato un nostro amico esperto (di cui citeremo il solo nome) e con lui vogliamo raccontarvi come si va ad incastonare nella storia di quel periodo la nascita di quello che diventerà per casa Rolex il Crono.
Paolo (il nostro esperto) siamo nel 1961 Kennedy viene eletto presidente degli Stati Uniti , Gagarin è il primo uomo a compiere un volo spaziale cosa si muove in casa Rolex?
“In casa Rolex viene prodotta la ref. 6238, il primo cronografo con una impostazione moderna ispirato ai piloti di vetture da corsa noto come Cronograph caratterizzato dalla lunetta liscia e dalla scala tachimetrica sul quadrante; per i collezionisti il “Pre-Daytona” che rimarrà in produzione sino al 1967 con i cal. 72B e 722 a carica manuale. Ma sarà con la ref. 6239, primo Rolex Cosmograph che la maison svizzera inizierà il suo percorso verso la realizzazione di un orologio che sarà considerato una vera icona, introducendo la ghiera graduata con scala tachimetrica incisa, che rende possibile l’impiego di un quadrante estremamente “pulito” e molto leggibile”.
Quindi non si parla ancora di Daytona giusto?
“Esatto la dicitura Daytona comparirà nel 1965 quando Rolex divenne sponsor e cronometrista ufficiale della gara automobilistica”.
Come già accaduto per altri modelli, il Rolex Cosmograph Daytona non ebbe successo al suo lancio, giusto?
“Direi che è proprio così, all’epoca si preferivano orologi automatici sottili ed eleganti”.
E’ il periodo dei Beatles e dei Rolling Stones ma, purtroppo, anche del Vietnam. Quale fu il motivo per cui ci si “accorse” di questo orologio?
Fu nel 1969, con l’uscita del film Winning (in italiano Indianapolis, pista infernale), che il protagonista, il grande Paul Newman ne divenne involontario testimonial, infatti, nella locandina, era ritratto con al polso un Daytona ref. 6239. Il binomio fu così vincente che da quel momento in poi quel modello verrà chiamato da tutti i collezionisti Daytona Paul Newman. Era caratterizzato dall’assenza della dicitura Daytona e sarà prodotto in tirature limitate tanto che il suo valore attuale varia dai 60.000 € per l’acciaio a più di 100.000 € per la versione in oro”. (ndr il listino dell’epoca era di circa 164 €!!)
Dal mitico Paul Newman come si arriva ai modelli attuali?
“Negli anni seguenti troviamo tante piccole innovazioni, come i pulsanti a vite, il vetro zaffiro, in totale ben 15 referenze. Ma bisognerà attendere il 1988 per avere la grande rivoluzione del cal. 4030 il primo a carica automatica e così che il Daytona diventerà Superlative Chronometer ref. 16520″.
Nel 2000 è stato inserito il nuovo cal 4130 e nel 2013 per il cinquantenario è stato prodotta una versione in platino con ref. 116506”.
Le altre ref. attuali sono: 116520 per l’acciaio, 116523 per l’acciaio e oro, 116528 per l’oro, 116509 per l’oro bianco, 116505 per loro rosa e, come detto 116506 per il platino.
Bene Paolo, un’ultima domanda, cosa ha reso questo orologio un’icona?
“Senza alcun dubbio, direi la sua stessa storia, l’abbinamento al tempio della velocità, il circuito di Daytona, ai tanti personaggi famosi e di successo che lo hanno e continuano ad indossarlo per la sua particolare bellezza ed il suo stile inconfondibile nel tempo”.
Ringraziamo, dunque il nostro amico con la speranza di esser riusciti, per un attimo, a far vivere a tutti, specialmente a chi non può permettersi un oggetto del genere, le emozioni che la storia del Daytona è in grado di trasmettere. Perchè, come già detto, sognare per un attimo non costa nulla.